Commento di Davide Cravero |
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… Sempre comunque, la sapienza della Morgillo nell’evocare miti o simboli od allegorie, s’impernia su di un rapporto minuziosamente calcolato fra equivalenze cromatiche, equilibri di spazi e di volumi, contrapposizioni di ritmi e geometrie: e ciò premesso pensiamo che acqueforti quali”Oriente”, “Il Gran’Uomo” “L’Angelo della Notte” siano idealmente accomunabili dallo spettatore; mentre, nella scattante essenzialità del “Mattino” (quasi un inno paganeggiante alle sorgenti della vita) ci sembra ravvisabile quello accostamento allo stile, alla spiritualità del Munch sanzionato dalla totalità della critica e forse più autenticamente “sentito” dalla Morgillo come problema “linguistico” anziché come problema religioso. |