E' nata ad Ariano Irpino, ma da sempre è residente a Torino dove si è diplomata, nel 1960, all’accademia Albertina di Belle Arti. L’allieva di Mario Calandri attorno al 1961, in un soggiorno parigino, scoprì la tecnica del colore a calco, vedendo per la prima volta splendide stampe a
colori e, rimanendone incantata, si fermò per approfondire. A la Carbonelle sur le rive gauche de la Seine, scoprì nuovi materiali che le permettevano di usare fino a cinque, sei colori sulla stessa lastra.Mary importa dalla Francia questa tecnica diventando di fatto una pioniera dell’acquaforte a colori calcografici.
Nel 1968 Viene invitata ad esporre al Museo Nazionale delle Arti e tradizioni Popolari all’Eur di Roma come unica rappresentante del Piemonte.
Successivamente partecipa alla IX quadriennale di Roma, alla quadriennale di Torino sempre nel 1968 dove vince il primo premio per l’incisione. Al premio internazionale di grafica italiana di Iglesias del '71. Nella importante e prestigiosa galleria Bolzani La sardegna di Mary Morgillo . Infinite mostre fino alla mostra internazionale tenutasi a Busca nel settembre del 2010 dove è stata invitata ad esporre insieme alla grafica di Dalì, Picasso, Lodola e i più importanti artisti internazionali.
Nel dicembre del 2011 Mary Morgillo, una gigante dell’acquaforte, viene invitata a esporre alla biennale di Venezia tenutasi al palazzo delle esposizioni a Torino.
Le acqueforti della Morgillo sono state definite dei monotipi per la loro unicità: se la matrice è la stessa, la lastra incisa morsa dall’acido, le operazioni di
stesura, la scelta del colore cambiano di volta in volta. La numerazione dell’artista è una pura formalità che ci informa quante volte è stata usata quella lastra, in realtà ogni esemplare è unico.
Il suo cammino artistico dunque si colloca nell’ambito della cultura figurativa torinese del secondo novecento, nell’esperienza di una ricerca artistica - sia nell'incisione che nella pittura -un percorso serio e rigoroso, una realtà sempre e comunque suscettibile di sublimazioni; Una pittura, la sua, che entra dunque nel sogno e nel sogno ci invita a rimanere.
Nelle opere di Mary Morgillo scorgiamo un mondo simbolico che spazia da una vena naif alla Chagall fino ad un approccio riebolativo rispetto alle grandi intuizioni delle avanguardie postrealistiche del primo novecento.
La fase centrale della vicenda artistica della Mary Morgillo si colloca negli anni sessanta, quando l'artista abbandona le iniziali impostazioni tardorealistiche, pur degne di attenzioni per la innata capacità di proiettare sulla tela una tempesta cromatica di sensazioni e pulsioni(si pensi a Narghilè, olio su tela del 1960), per cominciare a percorrere un sentiero più tortuoso e rischioso ma foriero di sfide vincenti nel campo della creatività simbolista. Le figure si fanno più astratte o magmatiche, i colori entrano in una sorta di centrifuga in grado di cogliere nelle case,nei calici e nelle cose una semema di essenza platonica immortalata un attimo prima che il demiurgo ponga mano ad essa trasformandola in elemento vivente; esemplare in tal senso l'olio su cartone vegetale dal titolo: composizione con anfora (1975). Gli stessi colori vengono estenuati nel tono e rarefatti nella forma, coperti da una sorta di immaginaria velina che ne preserva la verginità creativa.
A metà degli anni sessanta riemerge come dal fondo dell'immaginario, di questa poetessa della tela,una spiritualità primigenia, ecco allora le meraviglie di un Dio chiamato amore e Penelope ,sorta di ritorno all'utero per la tonalità infantile che caratterizza questi oli come se Mary fosse proiettata in un mondo incantato prefazionale, degno soltanto di pennellate mosse da una mano ingenua e innocente, una fattura fanciullina ma particolarmente sognante. Sempre a metà degli anni settanta l'artista viene attratta dai misteri della civiltà etrusca , ineguagliabile lo specchio etrusco , olio su tela del 1977.Gli anni ottanta sono gli anni della riflessione spirituale, degli interrogativi esistenziali. Negli anni novanta e duemila, in seguito a viaggi intrapresi nei paesi baltici e in oriente, la Morgillo riporta su tela le impressioni ricevute dalle costruzioni architettoniche di quei luoghi, con le sue cupole bombate, le sue esotiche ogive, i tetti colorati. La sua visione, impressa nelle opere, è assolutamente personale e enigmatica; il tutto è sovrastato da inconfondibili notti che profumano di mistero e di magia , come lo è tutta la sua creazione artistica.
Le opere di Mary Morgillo si trovano in collezioni private e pubbliche.