Commento di Luciano Cherchi
  “…Pensavo alla singolare concomitanza tra le impressioni fresche e vive, ricevute dalle acqueforti di Mary Morgillo , e questa città, Torino lineare ma informata ad una sua misteriosa alchimia; tra le possibilità di aprire un arte finora iniziatica, e i risultati già visibile nell’opera della Morgillo La sua attività nel campo dell’incisione, risalente a 1958, dopo elaborate esperienze nel tratteggio e successivamente nell’acquatinta, già fin dal 1959 si svolgeva in forme chiaramente espresioniste, partecipi tuttavia dell’incantesimo di effetti delicati, come nel “sogno” . Le opere della Morgillo non possono suscitare corrucciato cipiglio in qualche dozzina di vecchi Catoni, monopolisti dell’arte; non già perché la Morgillo non si attenga alle regole, alle distillazioni più arcane, ma perché rifiuta decisamente la forma chiusa, cogliendo dal magma, dalla causalità geologica o dai gròppi delle sue composizioni, in originali forme disarticolate e fogliacee, effetti di ampiezza e coralità, finora sconosciuti alla minuziosa incisione, l’unica effettuale in Italia o quasi. In tal senso le incisioni della serie “Sardegna” colgono, dalle mirabili erosioni delle scogliere di Gallura, gli aspetti , quasi nel significato duchampiano, del magna, forse oceanico, senz’altro scolpito dal vento. Nell’acquaforte della Morgillo la novità più clamorosa, e più spregiudicata , è costituita dai grandi monotipi a colori, con un gusto cromatico non muliebre: non mazzolin di fiori, non cangianti modulazioni di toni, ma una primitiva, terrigena fusione di argille, di sorprendenti rossi, e il segno forte, disarticolato, di figurazioni vegetali, in cui si purifica e si evolve il cattivo gusto del floreale così caro purtroppo agli ex-libris e alle commemorazioni dannunziane; sicchè si rivela determinante, nel mondo della Morgillo l’utilizzazione di antichi moduli, rigenerati dal loro simbolismo convenzionale, ed irradiati da una generosa luce d’arte europea, scaricati dei loro significati angusti e provinciali. E tali meditazioni sembrano perfettamente riusciti di fronte alla bella serie delle acqueforti a colori, impegnative anche per la loro grandezza,tra cui vorrei ricordare l’ombra di Anaxeolis, i fidanzati del mondo .