Una mano ignota afferra la mia, la stretta è estranea, l’atto è da complici . Mani da macellatori. Ognuna riga il coltello nella piaga dell’ inquietudine. Il taglio è netto, la lacerazione sempre viva. Ancora , senza sosta, oscure resistenze mantengono aperti due sentieri, un duplice movimento mi costringe all’inerzia. Dov’è la volontà, dove sono le sensazioni? Quale mano impedisce a questa ferita di rimarginarsi? Verità e vita sono contese stanche di tormente, prendi dunque la mia mano e fammi camminare in silenzio e in quiete sulle calme acque del tuo amore… Lillo Baglio |